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請依下文回答第 16 題至第 20 題 MILANO - Anno 1906 è scritto sull’astuccio. Carta un po’ ingiallita, spessa. La prima carta turistica d’Italia. La madredi tutte le nostre carte, firmata Touring Club Italiano. Non pare troppo diversa dalle nostre. E invece l’hanno fatta deiveri pionieri. “Opera di grande mole e di grande lena”, come l’ha presentata il suo direttore Luigi Bertarelli nella rivistadel Touring Club del gennaio 1906. Il lavoro di un decennio per un totale di 62 fogli. Erano i primi del Novecento. L’Italia era molto diversa da adesso. Gli italiani non vivevano ancora tra telefonini,autogrill, check-in e salette Eurostar. I politici non frequentavano i talk show, pedalavano! Giuseppe Zanardelli, daPrimo Ministro, esplorava la selvaggia Basilicata a dorso di un mulo – lui bresciano – per capire com’era fatto il Paese.E Luigi Vittorio Bertarelli, presidente del Touring Club e figlio della grande borghesia milanese, andava in biciclettada solo per le strade del profondo sud con un taccuino di appunti. Annotando pendenze, passaggi a livello, stato dellacarreggiata, e inventandosi i prototipi di quella che sarebbe stata la segnaletica attuale dell’Italia. La prima carta delTouring Club Italiano fu il prodotto di un’epoca. Le carte terrestri, fino ad allora, erano cose per militari. I cartografidell’esercito regio avevano finito da poco il lavoro: una ricerca pionieristica, che assemblava le carte dei vari regni eprincipati della Penisola. Per conoscere i toponimi minori, si interrogavano i contadini, e talvolta la risposta facevatesto anche se era un dialettale “Mi sai nen”, non so niente, oppure “So mega”, mica lo so, che divenne per qualchetempo il Monte Sòmega! Spiega la direttrice del Centro di documentazione del Touring Giovanna Rosselli: “Il turismo crescente aveva bisognodi uno strumento pratico. In Europa c’era già. In Germania o in Inghilterra le carte le stampavano gli editori. In Italia,invece, c’è voluta un’associazione, e ha dovuto attendere di avere cinquantamila soci per giustificare il finanziamentodell’impresa”. Cinquantamila era la soglia da superare. Staccata l’ultima tessera, Bertarelli non indugiò un istante.Prese la grande carta dell’Istituto geografico militare in scala 1:100.000 e la ridusse alla scala 1:250.000, piùmaneggevole per un viaggiatore. Quella fu una rivoluzione democratica simile a internet! Venivano messe in rete leconoscenze di pochi. Bertarelli trasformò le carte militari in un minuzioso affresco dell’Italia. Vi aggiunse strade esentieri (con le distanze in chilometri), ferrovie, città, monumenti. A colori, per facilitare la lettura. Una mappatura chemobilitasse, nella sua costruzione, i soci del Club. I soci Touring, infatti, percorsero in lungo e in largo lo stivale,verificando sulle bozze ogni dato, sempre in sella alle loro biciclette.  A quel punto mancava solo la carta stradale per poter vagare liberi per lo stivale, sapendo dove andare. In bici e con leprime auto. La stampò De Agostini da disegni incisi a mano su pietra d’Istria, le cosiddette “pietre litografiche”.Sull’Istituto De Agostini piovvero valanghe di dettagli. Ponti, boschi, case, pendenze… che l’Istituto geograficomilitare aveva quasi ignorato. La ricchezza dei particolari e la perfezione dell’assetto grafico superarono qualsiasi cartamilitare precedente e fecero della nostra la migliore delle carte europee. Il mercato tirava alla grande e il Touring ClubItaliano si impose su ogni concorrente grazie alla qualità di gran lunga migliore e alla fedeltà dei soci, diffondendocapillarmente le sue mappe, a partire dalle scuole. Erano mappe straordinarie. L’ultima di un’epoca perduta fu il grande atlante internazionale del 1950, che proiettò il Touring ai vertici mondiali, edivenne il top del suo genere, prima delle foto aeree e dei sistemi satellitari. Subito dopo arrivò la normalizzazione. IlClub finì per dimenticare le sue gloriose radici ciclistiche (la ruota della bici è rimasta solo nel logo dell’associazione)e si adeguò all’automobile. Semplificò le carte, le portò a scala 200 mila. Ma conservò l’essenziale del suo grandeimpianto estetico. È merito dell’intuizione di oltre un secolo fa se oggi le carte del Touring Club Italiano dannoun’idea del territorio infinitamente migliore delle carte francesi o tedesche. Quelle italiane coniugano informazione eimmaginazione. A chi scrive è capitato più volte di perdersi un paesaggio vero perché troppo intento ad esplorarequello virtuale sulla carta targata Touring. Ecco, se ha un difetto, la mappa centenaria, è quello di incantarti al punto datoglierti, talvolta, proprio la voglia di viaggiare.
【題組】16 Luigi Bertarelli ha dato la definizione di “Opera di grande mole e lunga lena” in occasione
(A) della presentazione della prima carta turistica dell’Italia.[!--empirenews.page--]
(B) della conclusione dei lavori per la carta dell’Istituto geografico militare.
(C) della pubblicazione del primo numero della rivista del Touring Club.
(D) della pubblicazione del grande atlante internazionale della De Agostini.

參考答案

答案:A
難度:適中0.5
統計:A(0),B(0),C(0),D(0),E(0)